martedì 5 novembre 2013

L'euforia multirazziale


Non sentite come vibra e si ripercuote nell'aria questo spirito di fratellanza, di amicizia tra i popoli di volersi bene ed essere tutti un grande e unico insieme di genti felici?
Non li vedete i telefilm americani?
Loro fanno sempre la cosa giusta. Sono tutti belli. E sono euforici al massimo per il loro essere multirazziali. E lo sono, davvero. Neri, bianchi, gialli. E poi altri quasi neri, mezzo bianchi, giallo scuro o chiaro. Ecc ecc.
Per dire, qualche giorno fa ero in treno. Era una tratta adriatica, il treno un regionale veloce.
Non amo molto questi treni in quanto presentano una disposizione dei sedili simile a quella degli autobus,


così che non si ha mai un po' di silenzio, il minimo chiacchiericcio si mescola e diventa un brusio sciamanico che ottenebra la ragione.
Bene, ero in quel treno, ma avevo davanti a me altri due sedili. Non era in pratica proprio quel treno ma uno simile. Davanti avevo un meticcio.
Parlava spagnolo, ma dall'aspetto sembrava un brasiliano. Solo che li parlano portoghese.
Nord africano non era. Di dov'era, se gli interessa, lo sa il diavolo.
Ad ogni modo parlava. Deve aver parlato al telefono tutte e due le ore del viaggio. Rideva anche.
Davvero, possibile che gli allogeni stiano sempre a parlare al telefono?
Va be.
Comunque non mi dava fastidio. A fianco avevo un ragazzino con le cuffie, il compagno ideale per ogni viaggio. Silenzioso e fa finta di dormire. Dico, vuoi farmi credere che stai dormendo con la musica nelle orecchie? Va be, magari si riposava.
A dire il vero, il compagno ideale mi era davanti a sinistra. Una ragazza con le cuffie anch'essa.
Avete notato che le cuffie sono sempre più grandi? Una volta c'erano dei lettori enormi e delle cuffie essenziali. Ora no, lettori minuscoli, spesso inglobati nel cellulare, e cuffie gigantesche. La plastica devono pur venderla in qualche modo, mi sembra ovvio.
Scollata con la gonna. Anche lei faceva finta di dormire.
Io leggevo. Ogni tanto buttavo l'occhio sulla ragazza; davanti avevo il non ben definito allogeno. Né bianco né nero. Marroncino. Alto e pelato. Lingua, come abbiamo detto, spagnola.
E, come dicevo poc'anzi, il suo blaterale non mi infastidiva. Vedete, quando si legge a dar veramente fastidio sono i suoni intelligibili, cioè quelli che il cervello volente o no è costretto a interpretare, distraendosi da ciò che stava facendo. Ma io non so lo spagnolo e la sua parlata era molto confusa, per cui era come sentire il rumore del treno.
Inoltre puzzava.
Puzzava, diciamolo pure, come puzzano tutti gli allogeni. Ma non perché non si lavino o perché un ariano puzzi meno. Semplicemente è un odore, giustamente, estraneo.
Loro lo sanno. Se ne rendono conto. Forse anche noi per loro puzziamo, ma non è certo un problema. Noi siamo nel nostro continente.
Appunto, sapendolo, molti abusano dei profumi.
Sono passato vicino a certi negroidi così profumati che... che puzzavano. Perché quando ti metti troppo profumo puzzi, no?
Allora, bene o male - male -, puzzano sempre.
E così, leggendo, pensavo. Ma non al libro, pensavo all'euforia multirazziale, quella corrente americana che ci vuole tutti mischiati. Sapete, si potrebbero fare molte analisi e dire cose intelligenti.
Ad esempio potrei dire che un popolo se non è unito culturalmente e razzialmente non è un popolo: è un mercato. O altre cose così. Ma in fin dei conti, a pensarci bene, credo che la puzza sia una più che valida scusa per non essere poi così euforici.
Insomma, a me questa cosa del mischiarci tutti, per così dire, mi puzza.

2 commenti:

  1. Mischiarci tutti? A qualcuno conviene e a qualcuno no....

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  2. Vogliono che non si creda più a niente, che si consumi e basta.

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