giovedì 11 gennaio 2018

Attraverso lo specchio


scritto il 10/12/17

Mattino

Mi sveglio. Mi siedo. Che palle. Vado in bagno e mi erigo davanti allo specchio: che barba che ho, fa schifo, faccio proprio schifo. Ossignore ma tu guarda che faccia che mi ritrovo, e devo vederla tutte le mattine. Che stronzo, Alex sei proprio uno stronzo, e ora sparisci, sciacquati il muso e vai via.
Acqua a dodici gradi sottozero, in maglietta estiva e mutande. Mi mette una tristezza vedermi in mutande... eh sì caro mio, ti stai proprio rammollendo, ancora pochi anni e sarai flaccido come l'ascella di una vecchietta.
E che fiato... a vent'anni non mi puzzava così tanto al mattino. È come se qualcosa, dentro, si stesse decomponendo. Va be' tanto non devo baciare nessuno...
La diceva sempre mia madre questa cosa del bacio. Lei è ligure e ha sempre fatto il pesto con un sacco di aglio dentro. E quando poi quell'odore che persino i vampiri temono rifluiva su su verso la bocca, commentava sempre con un "tanto non devo baciare nessuno". Solo che non era vero.
Io, invece, è ufficiale che non devo farlo, quindi se voglio posso mangiare anche una merda.
Ma per ora mi faccio il caffé.

Ci vuole tempo... più lo guardi e più ci mette. Quasi quasi mentre aspetto piscio, prima per lo spavento me ne ero dimenticato. Non faccio in tempo neanche a... che viene su. Il caffé. Borbotta.
Si lamenta. Oh, eccoci qui. Io e la mia moka da cinque euro comprata dai cinesi dei cinesi, che disastro, ed è così tutte le mattine. Il beccuccio è fatto male, quando lo versi il caffé cola sui bordi, fuori dalla tazzina, sulle dita, per terra, un macello, un macello! Fa pure schifo questa brodaglia, sa di fango. Mi brucio la lingua, la gola, riesco a bruciarmi anche una mano, urlo e intanto mi scappa ancora da pisciare! E mi accorgo che ho freddo. Ho ancora sonno. Ho pure fame. Se qualcuno mi vedesse ora, qui, in piedi, a guardare il caffé versato, a bocca aperta, in mutande, tremante, mi sparerebbe. Subito. Verrebbe istintivo farlo.
Ma io non me la prendo mica se mi sparate. Ecco, vedete... lo capisco. Sissignore. Anzi, mi fa pure piacere. Così mi risparmio le feste. Le feste?! oddio perché c'ho pensato...
Non sono pronto. Non sono pronto per nessuna cosa, né per alzarmi né per le feste e neanche per uscire.
No io non soffro il freddo, faccio due passi e sto già bene. Oddio, bene... Bene è una parolona. Diciamo che non tremo. Metto su due cose al volo e via, chiavi portafoglio e sono già in strada, si va a correre. No, a essere onesto non proprio a correre: a camminare. Stamattina cammino. Piano, un po' in salita e un po' in discesa, verso il cimitero - qui non c'è altro -, respiro ghiaccio e soffio fuori fumo e catarro. Questa schiena mi fa morire. E anche le gambe si sono un po' atrofizzate, si vede che ieri ho oziato pesantemente.... Alex ma che palle, cammina e zitto!
Cammino.

Pomeriggio

Mi sono alzato tardi quindi sono passate solo poche ore. In compenso, in queste due ore, mi sono già stufato. Oh no, ci risiamo. Vorrei che fosse già sera per andare a dormire. No, così non va bene, ormai erano mesi che non mi succedeva. Non posso permettermi di sprofondare nuovamente nell'apatia, servono stimoli, energie nuove! sì, sì! la televisione? No la televisione no. Allora cosa? un libro? no basta libri ieri ho letto tutto il giorno. Ecco sì, ci sono. Mi faccio un caffé. Un altro.
Viene su mentre sto pisciando ovviamente, fa schifo e la moka da cinque euro lo versa di nuovo fuori. Ma allora... un attimo, faccio una prova. Ora esco di nuovo e vado... al cimitero. Ma allora è vero! sono in trappola! ecco cos'è, finisco a fare sempre le stesse cose, per questo non riesco a darmi una svegliata.
No così non va bene. no.ferma.stop.
Ricomincio dall'inizio: Pomeriggio
Piove, fa freddo. Mi gira il cazzo. Sono triste. Fumo davanti alla finestra come un coglione e guardo la pioggia... dove finisce tutta quest'acqua che cade? ogni buco ne beve litri e litri, scivola sulle superfici, cade sui fiori come su la merda, la pioggia ama tutto e tutti. Un piccione infreddolito si fa stretto e diventa una tana. Come sono lucide le tegole, se quel piccione fosse vanitoso ci si potrebbe specchiare. Sciocco, sciocco piccione.
Maledetti piccioni! (agito un braccio)
No io non sto bene. Impossibile che sia già dicembre, gli ultimi due mesi sono stati un gorgo nero e ora è arrivato natale e non so cosa fare. Che cosa fare? Vorrei andare in guerra! sì!
C'erano due tipi di soldati una volta: i poveri e i delusi in amore. Se amavi una ragazza, e lei ti schifava, te ne potevi andare a fare la guerra, così non ci pensavi. Comodo no?
Ma io manco in guerra posso andare, sia maledetto l'utero caprino della madonna!
E allora che devo fa? mi rilasso, nel senso che mi lascio proprio andare. Mi do al dialetto, sommo cedimento alla volgarità: ma che me frega. Mi gratto pure, ohh.
No no devi tenerti Alex, tieniti. Stai su. Non me lo dice nessuno quindi me lo dico da solo. Le feste non sono così male, tutti felici e scemi, con quelle luci per strada...le luci! oddio!  e ci sono ancora quei piccioni bastardi, andate via bestie! (agito il pugno sopra la testa).
Fermi, muti, non mi cagano neanche i piccioni.
Devo pensare a qualcosa di bello, subito! penso a... a... no quello no, ecco sì, mi è venuto in mente il culo di pamela prati, incredibile. Che poi non aveva neanche un bel culo. Non so proprio come funzioni il mio cervello... ecco, ora ho pensato a... Badoglio... porcodio ma proprio Badoglio?! chissà poi com'è ma a guardarlo non è neanche lui: è Vittorio Emanuele III senza baffi! Pazzesco. Quando se li mette è il Re, quando li toglie è Badoglio. Che inferno, sono le sei ed è subito sera.

Sera

Alla sera cambia tutto. Cambio anche io. I tetti si fanno scuri, si accende qualche luce nel cielo. Non mi ricordo cosa ho fatto oggi. Fuori nevica e qui, davanti al fuoco, me ne sto comodo a leggere un libro; la mia ragazza è di là a preparare la cena. Finisco di montare questo lego di star wars da 800 euro e vado in salotto.
Seeh. Invece no: piove, ho i termosifoni e sono solo come quel lestofante di Cristo sul Golgota. Di là c'è solo mia nonna che rantola per aver fumato quarant'anni, e stasera mangerò pane e prosciutto.
Qui non è cambiato proprio niente, altroché. Mi pare persino peggio del mattino.
Però ho visto accendersi le stelle, ehhhh, la mia anima è salva. Per i prossimi due minuti è salva.
Bah, niente poesia in questo post, niente cose profonde, solo insoddisfazione e ansia. Ho l'ansia, il mondo mi mette ansia. La gente mi fa venire l'ansia. Avere ansia mi fa venire altra ansia e fumo queste.. sigarette?! oh su! le sigarette hanno una loro interezza fino alla fine, queste cartine mosce che mi faccio da solo si disfano dopo tre tirate, il filtro non regge e se non sto attento prendono fuoco. E come picchiano sui polmoni, ho la metà del fiato che avevo due anni fa.
Ma sì che sarà mai!
Devo essere una persona banale, se tocco due tette starò meglio. Non ho bisogno di altro, bastano due tette, o due chiappe. Stessa cosa, sempre adipe è. Se le chiappe avessero i capezzoli sarebbe una bella lotta, ma così non c'è partita, vincono le tette tutta la vita. Certo che alle donne un paio di tette nella schiena non starebbero male, eh!
Banalità ci vuole! Ora quasi quasi mi faccio una sega.


Ho provato a concentrarmi sulla pornostar ma pensavo ad altro... Avevo in testa immagini ben precise, ricorrenti. Anche questo non va bene, devo proprio formattare il cervello.
Forse mi devo drogare.
No, sono un coglione ma non cadrò mai nella droga, e anzi devo smettere di usare anche le droghe leggere che uso, come l'alcol o quell'orribile zucchero raffinato in una petroliera che uso. Perché la mente è la cosa più bella che abbiamo e i pensieri sono luce. HAHAHA non c'avrete mica creduto, non mi drogo solo perché non sono capace, nel senso che non avendolo mai fatto... è come quando un ragazzo arriva vergine a trent'anni: vorrà scopare, quello sì, ma non avendolo mai fatto non ne sarà ossessionato. Almeno credo. Io stessa cosa con la droga.
Mi devo perdere di vista. Basta frequentarmi: ci vuole gente nuova. Con me ho chiuso.

Di cosa stavo parlando? mi sono addormentato. Ah sì, stavo scrivendo per non pensare. A volte lo faccio. Scrivere per non pensare? curiosa come cosa, un po' come dire "correre senza sudare". Ma io ci riesco, sono talmente abituato a scrivere che posso farlo anche solo con le scorie dei miei pensieri. Immaginatevi il cervello che si ripulisce di tutto lo schifo che ha dentro - e io ne avrei un gran bisogno. Ora sto scrivendo con quello sporco lavato via dall'acqua. Quel nero rivolo che cola via dalla mia mente...
Sono qui
solo
davanti alla notte
e al dolore
Preso e ora via! tutti i pensieri giù. In testa non c'è più niente.
Non ho fame non ho sete non ho sonno non sto bene né male ho capito tutto e non ho capito niente: mi piacciono le stelle morenti perché illuminano il cielo di morte.
Mi sto addormentando. Il mondo scivola via, non mi opprime più. Tutto vagheggia perdendo i suoi contorni, poi... poi non lo so. Nel senso che non ho un solo ricordo di me che mi addormento.
È come se la memoria si fermasse qualche secondo prima di cadere nel sonno, per non darci neanche la soddisfazione di poter descrivere quel dolcissimo momento in cui tutto sparisce. Non mi ricordo di essermi addormentato neanche una volta, in compenso tutte le mie insonnie sono indelebili.
È puttana la memoria. Eccome se lo è, oh sì, una gran troia.
Dov'ero? ah sì: Tutto vagheggia perdendo i suoi contorni, poi... buio.