martedì 3 settembre 2013

I cristiani non esistono



E così noi viviamo in una civiltà che - grosso modo  da 2000 mila anni - si fregia d'esser cristiana.
Viviamo poi in una nazione che, sebbene gli intenti iniziali fossero migliori, da molte decine di anni è cristiana. O meglio: cattolica apostolica romana. Pure romana.
Infine - ma si fa per dire - coabitiamo (nel senso che ci si sta sul cazzo ma per ora si sopporta) con uno stato legato politicamente alla chiesa di cui sopra.
Siamo insomma un paese cristiano, che per vari motivi s'è fatto culla solitaria in un'europa via via secolarizzata.
Aggiungo poi che nella spartizione dei culti il 91% degli italiani si dichiara cristiano tutt'oggi.
Eppure - non so voi - ma io non conosco cristiani.
Mi spiego meglio. Sarebbe troppo facile dire che non conosco cristiani perché nessuno rispetta le regole basilari di comportamento. Quelle sono del tutto inapplicabili.
Non mi rifaccio insomma a queste piccolezze, per altro tralasciabili in una religione che contempla la confessione e l'assoluzione dal male.
No, mi riferisco in senso stretto all'esser cristiani come un cristiano deve essere.
Ma voglio spiegarmi ancora meglio, facciamo così finta che il post inizi ora.

Io so, sebbene non sia un teologo, che i cristiani - così come ogni monoteismo - hanno un Dio. Per loro è trino. Padre, figlio e spirito santo. E fin qui ci siamo.
Bene, avete mai parlato con dei cristiani?
I punti di vista dominanti sono due: il cristiano istruito e il cristiano semplice.
Il cristiano istruito, a cui potremmo pensare come a un alto prelato (vescovi, cardinali ecc ecc) o come a un individuo dalla formazione culturale molto avanzata: non crede in Dio. È infatti  oltre - data la sua istruzione - le certezze dogmatiche che formano il rito. Per lo più si rifugia nell'astrattismo e nella contemplazione del mistero, evitando accuratamente di minare le certezze dell'altro cristiano, quello semplice. Ciò secondo me è catalogabile come un "vuoto mistico", che andando oltre le nenie cadenzate e i rituali sempre uguali si riduce a contemplare l'incommensurabilità delle cose con occhi sognanti. Una sorta di panteismo universale.
L'altro, il semplice, non è poi molto diverso. Certo, anche in lui vive e agisce l'incommensurabilità delle cose, anch'esso spera sognante. Ma qualcosa lo tiene ancora intrappolato nel mondo antico, qualcosa che la cristianità stessa considera parte integrante di se stessa: l'ignoranza.
Mamma chiesa vuole che i suoi figli non pensino. Il periodo più felice della vostra vita - essa dice - è l'infanzia, poiché a nulla dovevate pensare e a tutto pensava vostra madre. Ora lasciate che io pensi per voi, che io sia vostra madre.
Questo concetto mi ha sempre colpito sebbene non lo trovi del tutto malvagio. Ma crea superstizione.
Guardatevi intorno e vedrete madonne piangenti ognuna col suo nome, frati santificati al cui cadavere ci si inchina, mistici danzanti sull'orlo dell'abisso della follia e poi oroscopi, alieni biondi con gli occhi azzurri, superstizioni ancestrali, magia di ogni colore, feticci protettivi e feticci da adorare, portafortuna e scaccia sfiga, bronzee statue di dubbio gusto e chiese dorate, altari con ogni nome e incensi, incensi profumati, fuochi propizi e processioni colorate; e poi fustigazioni, rituali evocativi ed evocazioni rituali, costumi carnevaleschi e paure, paure millenarie. Ma anche gatti neri che non si devono toccare e far loro del male porta sciagura. Idolatria sfacciata verso luoghi da adorare; animismo oggettivo e revisionismo spirituale.
Insomma, il piccolo cristiano è ancora pagano.
Certo questa non è una novità. Nell'impero il cristianesimo venne a patti con gli antichi rituali, si fusero insieme creando già in partenza un semi-monoteismo.
I cristiani dunque non esistono. Se esposti a stimoli intellettuali evadono dai dogmi; se lasciati nell'ignoranza si reinventano pagani.
E forse non sono mai esistiti, forse l'unico vero cristiano è stato gesù cristo. Del resto lo diceva già il grande inquisitore di Dostoevskij che il cristianesimo è inapplicabile, e parlando a cristo nel suo secondo avvento lo rimproverò di aver fatto solo danni.
Ci resta ora, eredità di questo grande niente che è il rito cristiano, un oceano di superstizione.
Voglio concludere con un esempio.
Ho "interrogato" alcuni cristiani che abitualmente vanno a messa. Il campione è donna 82, donna 45, uomo 46, donna 22, uomo 22. A parte, poi, due donne che non vanno spesso. Donna 71 e donna 65, entrambe credenti.
L'82enne crede negli alieni su marte.
La donna 45enne idolatra la madonna di medjugori (o come Sauron si scrive) e ignora completamente i vangeli
L'uomo 46enne non sa niente. Sa solo che qualcosa dev'esserci.
La donna 22enne si dichiara cristiana ma ammette la possibilità che ci si possa reincarnare
L'uomo 22enne è tecnicamente agnostico ma va comunque in chiesa per sentirsi parte di qualcosa (allora erano meglio le SS, no?)
Le altre due donne si dicono rispettivamente -
Donna 71 è animista in quanto crede all'anima delle cose, ha un livello di superstizione che sfiora la paura della magia
Donna 75 adora le effigi di padre pio e ignora quasi completamente la figura del cristo

Tutti danno una grossa importanza all'oroscopo. Tutti loro alla domanda "non ti sembra di avere delle inclinazioni pagane?" non sanno rispondere. Tutti loro credono che i sogni siano dimensioni divine, anche chi ha un minimo di istruzione. Al che, al mio consiglio di leggere qualche scrittore Fantasy come Robert E Howard per completare la loro formazione pagana, rispondono che non leggono. Questi campioni sono tutti veri. Potrei parlare con altri ma le risposte non sarebbero molto diverse.

Il cristianesimo ha fallito. Non è altro, ormai, che un collante sociale per garantire la sopportazione altrui. Un locale dove tutti entrano e ordinano quello che vogliono.
Ah sì, io prendo una vodka. Grazie.