venerdì 15 novembre 2013

Il grande vuoto dei monoteismi

Io sono Arkoth, un guerriero della tribù norrena di Pthull. Cacciatore e guida di uomini.
Il mio Dio, Urkath dalla lancia insanguinata, guida me e veglia il mio popolo. Egli è grande fra gli Dei, e la sua cotta di maglia e la lunga barba argentea lo proteggono dalle spade degli uomini e dal freddo che soffiano i giganti del nord: cosicché egli è invulnerabile.
Come lui costruirò un'armatura per cacciare e muovere guerra; come lui lascerò che la mia barba cresca per ripararmi dal freddo. Nella mia città ho edificato un tempio a lui rendendolo sacro. In cambio proteggerà la mia città poiché ora gli è cara, e così a noi.
Gli altri Dei lo temono e noi temiamo loro. A volte ci sono guerre contro altre tribù che adorano Dei diversi perché queste invadono la nostra terra, ma la guerra ci rende forti: e ogni Dio vuole che i suoi figli siano forti.
Poi io morirò, in guerra o durante la caccia, lasciando i miei figli a continuare ciò che feci. Andrò forse alla corte di Urkath o il mio spirito guerriero si perderà nei venti nel nord, continuando a soffiare sul mondo.
Loro - i miei figli - sanno di dover difendere la terra così come il nostro tempio, ma sanno anche che Urkath ha il suo bel da fare con gli altri Dei e che qualsiasi cosa vogliano dovranno ottenerla da soli.
Questo perché anche un Dio nulla può contro il fato che regola le cose.
Ya! per la mia terra e per Urkath!

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Io sono Joasep, un pastore guerriero della tribù semita di Irak. Raccoglitore e guida di uomini.
Il mio Dio, l'unico e vero Dio, è Ipsakt dalla mano infuocata, egli guida e veglia sul mio popolo. È  l'unico Dio, sa tutto e vede tutto. Ogni cosa esista l'ha creata lui. Non so come sia poiché ogni sua riproduzione ci è vietata. Ogni luogo è il suo tempio, così dovunque siamo ci inginocchiamo per adorarlo. In cambio ci assiste e veglia su di noi.
A volte ci sono guerre contro infedeli che non si piegano al nostro Dio. Terribile sarà la punizione per chi non lo accoglie in questa vita.
Poi morirò, nei campi o in guerra, lasciando ai miei figli l'unica verità. Andrò con Irak nella beatitudine eterna. Poiché questa vita è solo un passaggio verso il suo regno infinito.
I miei figli sanno di dover difendere la verità di Ipskat e che solo in lui vi è speranza. A ogni cosa penserà il nostro Dio. Lui solo controlla il fato.
Per Ipskat signore del creato!

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Io invece sono io. Cioè Io, il tizio che scrive sul blog.
Belle storie vero?
Certo che sono proprio diversi questi Arkoth o Josep. O almeno lo erano, ora saranno morti.
Il primo, Arkoth, politeista e fiero nordico.
Il secondo, Joasep, mediorientale e monoteista.
Ma quali differenze maggiormente spiccano nelle loro due visioni del mondo?
Hummmm
Hummmmmm
Mh?


Diciamo che, humm, hanno dei riferimenti un po' diversi.
Intanto Arkoth sa cosa deve fare. Si perché, insomma, è tutto chiaro. Il suo Dio è una rappresentazione caratteriale di un guerriero nordico, forte e con le idee chiare.
Fatti i cazzi tuoi, difendi la tua terra e riproduciti - dice il suo Dio -, e sia chiaro che nulla è garantito. Vivi la tua vita e rispetta la tua gente.
 Joasep invece ha le idee un po' più confuse.
Il suo Dio dice - Solo io sono l'unico vero Dio, niente c'è al di fuori di me
- Perfetto. Come sei? - chiede Joasep
- Non lo puoi sapere
- Cosa devo fare? - chiede ancora Joasep
- Rispetta le mie leggi
- E basta?
- Persegui chi non crede in me
- Ah, sticazzi, hai detto niente
- O lo fai o ti danno per sempre
E Joasep lo fa, e chi non lo farebbe?
Inoltre Dio è lassù, tutto è sotto di lui. Così è naturale che qualcuno stia sotto, qualcuno sopra. Gerarchia. Il monoteismo prima di tutto è una gerarchia di potere.
Niente merito, così come Dio mai nacque il potere dev'essere innato. Dinastie deterranno il potere per sempre.
I politeisti, invece, non avendo questa incombenza perfetta a sovrastarli, un minimo di ricambio, di libertà o di manovra la avevano. Quando si stufavano erano botte. - E mo te ne vai, tu e le tue cazzate!


Ma il rapporto con la terra?
Arkoth crede nella sua terra così come crede al suo Dio. La sua terra, la sua polis, il suo tempio sono "da difendere", e così il suo popolo. Lui è della sua terra.
E Joasep invece?
Joasep non è che non ami la sua terra, sia chiaro, è solo che... che il suo Dio è tutto, è ovunque, allora perché legarsi a una terra. Inoltre egli è solo di passaggio.
No, la sua terra, così come ogni terra, non gli appartiene. Lui non è del mondo, ma nel mondo.

E la filosofia?
Oh, intendiamoci, la filosofia è una cosa importante. Come sarà la filosofia di Arkoth e di Joasep?

Ecco... diciamo che.. diciamo che Arkoth magari è una persona un po' semplice. Del resto il suo è un culto semplice: tutto è chiarissimo
Sa com'è il suo Dio
Sa cosa deve fare
Sa che non ha certezze perché è solo un uomo
Sa che appartiene alla sua terra

E Joasep?
Mah, Joasep.... intanto lui sa che segue l'unica verità.
Ma non gli è stata rivelata.
Sa che il suo Dio è perfetto. Ma non sa com'è
In teoria sa anche cosa deve fare. In teoria, perché diciamo che Ipskat non è che sia stato chiarissimo, ha lasciato dei concetti molto interpretabili
Tipo, secondo me, non sa come vestirsi. Non sa neanche se gli conviene andare al sud dove fa più caldo o al nord dove piove di più. Del resto non possiede una terra sacra e può andare dove gli pare.
Si perché i modelli sono importanti. - Il mio Dio è lassù - dice -, è eterno, è infinito, è... è... è vuoto. Cioè, oh, è vaghissima 'sta cosa. Mi toccherà lavorarci su, dovrò elucubrare per un bel po'. Com'è che si chiama quel filosofo greco... Platone! assomiglia un po' al suo mondo iperuranico il mio Dio. Quasi quasi mi do un aiutino con la sua filosofia.

E insomma diciamo che il monoteismo tende alla confusione.
Dirò di più: è come se nel monoteismo fosse maggiormente accettato ciò che non si capisce.
Il politeista no, il politeista è pragmatico, lo sa cosa vuole! Per dire, se gli parli di politica e usi dei paroloni incomprensibili, e ci metti altri paroloni in lingue che non conosce, e provi a convincerlo che deve avere pazienza, che è meglio per tutti stare calmi e mediare, ti da un cazzottone sul naso.
Lui non ne vuole sentire di cazzate. La sua cultura non è che abbia delle grandi certezze, però parla chiaro, e il Dio che segue, e tutti gli dei della sua gente, parlano ancora più chiaro. È una persona ragionevole.
Al monoteista invece gli puoi dire quello che vuoi. Lo puoi prendere per il culo anni, per generazioni, puoi anche fargli credere che la verità sta nella sofferenza. E lui ci crede perché, vedete, è dall'inizio che non c'ha capito niente. Ha sviluppato così tanta spiritualità che ormai è una piramide capovolta, sono più le cose che ha sopra di quelle che tocca ogni giorno. E allora crede a tutto perché tutto è possibile.
Poi il suo Dio è così inafferrabile, così distante, che pur credendoci, e credendo distaccandosi dal mondo, finisce per credere a lui solo e poi più a niente.
Il politeista no, il suo Dio è lì, lo può quasi toccare perché è come lui. E in lui si rivede. Allora crede, ma crede anche al mondo. E in se stesso.
I teologi monoteisti poi queste cose già le sanno e incoraggiano i vari culti pagani (santi, madonne, reliquie, effigi) avendo capito che un Dio vuoto non basta. Insomma, senza rinunciare alla guida già da tempo sono tornati a un politeismo mascherato.

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Avete mai visto un credulone?
Si insomma, uno che crede a tutto.
Quasi sempre ha ricevuto un'educazione monoteista. Intendiamoci, anche io, anche tu.
Però se ne può uscire, ci si può allontanare dal vuoto assoluto del Dio monoteista.
Intendiamoci, ci vogliono anni. Non che l'ateismo sia una soluzione efficace poi, anzi fa proprio schifo. Bisogna pur illudersi nella vita.
Sì, sì. Il politeismo è una soluzione valida
Oppure no?
Io questo in realtà non lo so.
So solo che, cartina dell'Europa alla mano, più un paese è cristiano e peggio funziona socialmente.



Basta vedere l'Europa.
Ovviamente chi non segue il cristianesimo, il monoteismo più diffuso in Europa, non è per forza ateo. Diciamo che può esserlo - io del resto non lo consiglio.

È anche vero, devo dirlo, che il monoteismo con i suoi sofismi spirituali ha evitato la deriva materialistica delle società pagane.
Ma ora? ecco, avendola solo ritardata ora ci siamo, consumisti materialisti. E pure monoteisti, quindi ancora più vulnerabili perché abituati a guardare sul vuoto e a essere privi di certezze.
Non ne è valsa la pena. Almeno, restando politeisti come le nostre radici, avremmo forse conservato un po' di sano buon senso.
Ora neanche quello.

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