giovedì 21 maggio 2020

L'ultima notte




Cavaliere nero, corri attraverso la notte
Corri contro la luce, torna a casa.



Piove, sulle anime stanche, piove nella notte, le finestre spalancate per accogliere le gocce perdute, cadute, precipitate nel buio freddo, dalla terra male accolte, esplodendo logore dopo tanto cadere, tanto viaggiare: la luce della finestra si dilaga a illuminare gli incontri bagnati, la fitta serie di lance acuminate.
Lontano vedo un'altra luce di un'altra finestra, esistenze separate. Dalla notte, dalla pioggia, dal vento. A parte ciò che è noto tutto sta in silenzio.
Tutto aspetta. La luce si spegne, ultima stella. Ora sono solo con le anime andate, tristi, bagnate, cadute per sempre. Tutto è ombra che attende.
Chissà se un cavaliere nero sorvola i miei pensieri e poi se ne va via, laggiù, nei golfi della notte, oltre le stelle, oltre le speranze dei mortali, là dove il dolore non arriva, neanche il più vasto, e corre e corre fino all'ultimo vuoto. Ma se lo chiami arriva subito. Entra ed esce dalla porta più oscura, il nulla più profondo. L'orrore nero oltre il mondo.
Il tempo è un cerchio, l'inizio è la fine, dice il saggio. Questo stolto ragionevole. E la fine è l'inizio. E piove, piove, piove... come se fosse la fine. Come fosse un inizio.
E io, accecato dal vuoto, prendo il volo, in un oscuro sogno dentro l'universo e le sue galassie, i mondi, le nebbie tra i soli e grandi nubi fiammeggianti di rosso e viola incastonate di diamanti.
Ah, la notte. E l'Universo, questa cosa che solo il nostro cuore prende sul serio.