lunedì 7 luglio 2014

Materialismo trascendentale





Vi sono, inutile negarlo, intere esistenze che gravitano attorno al materialismo. Ma questo non è per tutti uguale.
C'è ad esempio il ragazzotto, quello un po' scemo, che proprio deve comprarsi l'auto che dice lui, metterci un televisore, un frigo, un lettore dvd, dei cerchi in lega, delle lucine colorate e quant'altro, così che l'auto somigli non più a un mezzo per spostarsi dal punto A al punto B, cioè un veicolo per gli spostamenti, bensì diventi un vero e proprio feticcio consumistico, del quale vantarsi con altre persone, e col quale provare a incrementare le proprie chance sessuali verso le femmine più sciocche.
L'auto diviene così interamente materiale, senz'anima. Mi spiego meglio: l'auto c'è, esiste, ma date le sue funzioni totalmente immanenti, esistenti solo nell'auto stessa e negli usi che se ne fanno, l'auto esiste qui e basta. Risponde a dei bisogni che sono anch'essi qui, come mangiare, scopare, spostarsi, e non ha un suo corrispettivo nel mondo delle idee.
Ma forse sono poco chiaro, e così per spiegarmi meglio farò un esempio opposto.

C'è ad esempio una persona, né scema né eccellente, ma per così dire sconosciuta, che ha bisogno anch'essa di ottenere un bene materiale. Della stessa tangibilità dell'auto.
Questo bene può assumere varie forme, e del resto tutti consumiamo materia, ma diamogli le sembianze che ora mi vengono in mente, e diciamo che potrebbe essere un album di musica - cd o vinile, fate voi - o un libro.
Questa persona otterrà quindi, proprio come il suddetto ragazzotto, il possesso di un bene materiale, il quale però ha diversa funzione. Esso infatti è, libro o album che sia, non solo qui, ma anche altrove, poiché trascende a una dimensione ulteriore, dove la sua parte tangibile, la materia, serve da vettore che dalla sua fisicità spalanca orizzonti metafisici sul mondo delle idee.
Mi spiego meglio perché so di essere contorto.
L'oggetto, libro o album che sia, è qui, ma lo si vive altrove: poiché la lettura, o l'ascolto della musica, necessitano di essere interpretate e capite in un luogo diverso dal mondo materiale; hanno bisogno per penetrare pienamente nei nostri pensieri di spostarsi in una sfera dell'esistenza diversissima e lontanissima dalla nostra.

Insomma, è quella una forma di materialismo non fine al possesso della materia stessa, ma che si fa ponte per l'altrove, portale per ascendere a regioni iperboliche, varco spazio-temporale per viaggiare e viaggiarsi lontano. Un luogo dove ci si abita interiormente e, per estensione o similitudine, si è ovunque.
Questa poi è, in definitiva, l'apologia della letteratura e della musica, superbi mezzi di evasione verso regioni di eterna bellezza: come tutte le cose intrappolate in un guscio di materia ma con l'anima altrove.

E così diciamo insieme:
Comprare un libro e volerlo possedere non è materialismo
Comprare un album musicale e volerlo possedere non è materialismo



Ho dato questi due esempi, senz'altro ve ne sono altri.
E le donne? Com'è possedere una donna?
E la donna dove si trova, qui e qui soltanto, o vive anche altrove?
Dipende. Si insomma, dipende cosa ci fai. Se te la scopi - vale anche l'opposto per gli uomini - e basta, allora forse si trova solo qui. Almeno per te. Se invece c'è dell'altro forse esiste anche altrove. Difficile da dirlo, perché... perché dipende. E forse, forse, è così per tutto.

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