lunedì 23 giugno 2014

Dissertazioni geo-politiche sul lungomare di Fano





Sabato mi sono messo sul lungomare di Fano, sotto una tettoia in legno proprio in mezzo a un prato. Un luogo di passaggio e di ristoro, dove giocano i ragazzini e leggono il giornale gli anziani.
Bene, leggevo qualcosa anch'io, ed ero sdraiato su una panchina, quando arriva una signora di età, probabilmente intorno ai 70, che con tutte le sue cosine mi si siede accanto, si sbuccia una mela, aspetta.
Io continuo a leggere, lei ad aspettare.
Poi mi ricordo che mi serve sapere dov'è un supermercato. C'è da fare scorta per la sera. Così chiedo informazioni a lei. Mi risponde in un italiano non perfetto ma lineare, molto più scorrevole di quello dei 16enni, e mi dice di andare qua, poi là, ecc ecc.
Mi preparo per andare nel luogo che mi ha consigliato. Poi mi risiedo e le chiedo di dov'è.
Mi dice di essere Ucraina, e intravedo la possibilità di creare una discussione proficua.
Così dismetto totalmente l'intenzione di andare e, riaccomodandomi come prima, le chiedo di dove esattamente.
È di un paese vicino Doneck, proprio nella zona dei tumulti, e sì, alla mia domanda specifica risponde di parlare russo. A questo punto provo a riportare il dialogo con lei avuto, sicuro di rimanere fedele all'originale, ma tralasciando le sue seppur trascurabili incertezze con l'italiano.

- Signora, ma cosa sta succedendo in Ucraina, so bene che i media italiani mentono spudoratamente sulla vicenda, arrivando ad asserire che il tutto si riduce a uno scontro tra filo-russi e filo-europei.
- Sì, è tutto falso. Nessuno dice la verità. Dietro ci sono gli americani.
- Ma quindi è davvero così, nella parte orientale del paese è stato trovato il gas e ora vogliono mandare via tutti.
- Esatto, nella regione dove sono nata, e in altri posti, il governo del mio paese ha venduto grosse fette di territorio alle multinazionali petrolchimiche occidentali, le quali ora possiedono una parte dell'Ucraina. Mandano via le persone per operare liberamente, e noi reagiamo. Si tratta di una guerra per la sopravvivenza, Russia ed Europa c'entrano marginalmente, a muovere tutto sono gli americani. Per poter controllare il gas.
- Ma com'è possibile - le chiedo io - che mentano così spudoratamente?
- È possibile perché è quello che hanno sempre fatto. Ci sono i soldi di mezzo e si stanno preparando a tutto, anche a una guerra. L'europa, l'Italia, non contano niente. Io ho fatto l'università nel mio paese, ho studiato ai tempi dei soviet, parlo tre lingue, mi informo, e sento i miei parenti, non te lo dico per partito preso, le cose stanno davvero così.

Poi continua. Mi spiega che lì se non te ne vai ti ammazzano, e l'unico modo per difendersi è reagire. Perché non sentono ragioni, né il governo corrotto di Kiev né gli americani, e continua ancora così: - Cosa ci fa l'Europa con L'ucraina, non ci fa niente. A loro serve solo la ricchezza del nostro sottosuolo, e ci obbligano a interessarci solo del grano.
A questo punto la interrompo: - Difatti eravate il granaio dell'unione sovietica. Ma oggi come si sta da voi, meglio o peggio rispetto a prima dell'89.
- Da noi? - mi risponde - Da noi si sta peggio, molto peggio. - lo dice con una faccia sconsolata, e continua. - Ti dico solo che oggi, la gente, semplicemente è più cattiva, e col nuovo sistema occidentale nessuno crede più a quello che fa. Ai miei tempi, col partito, non avevamo tutto il finto benessere di oggi, ma tutti sapevano cosa dovevano fare; io ero studente e percepivo uno stipendio perché studiavo. Appena finiti gli studi mi hanno dato una casa e un lavoro. E poi mi sono sposata.
Oggi c'è solo invidia e arrivismo.
- È il capitalismo che lo prevede, che lo vuole. Come pensa finirà?
- Penso che i russi non staranno a guardare, e a soffrirne sarà come sempre il popolo. Contano solo i soldi e la gente non ha i mezzi morali per reagire.

A questo punto avrei voglia di fare molte altre osservazioni, ma non so perché sento che mi ha già detto tutto quello che poteva dirmi sull'argomento. Inoltre fa caldo e sento il bisogno di fare due passi. Certo in gran parte la nostalgia per i "tempi andati" ha influito sul suo giudizio, ma anche qui so che in quello che dice c'è una parte di vero.
Così mi alzo, saluto, e me ne vado a far spesa.
Torno dopo mezz'ora, o forse era un'ora, e la trovo insieme ad altre Ucraine a parlottare in russo. Avevano appena finito di bersi una cosetta e se ne stavano andando. Io le sorrido. Lei mi guarda e dice: - La vedi questa mia amica? è andata ora alla Western Union per spedire dei soldi in Ucraina. Le hanno detto che non si può più, che hanno chiuso tutte le transazioni. Perché la Western Union è americana, e stanno iniziando a isolare il paese.
Non so cosa dirle, la saluto semplicemente e mi rimetto sul prato a risposarmi un po'.
Poi penso a tutte le persone che conosco. Tutte. E mi chiedo: loro cosa ne sanno di questa storia?
E quelle che non conosco?
Che idea ha la gente dell'america? Degli stati uniti d'america.
Basta controllare i media e il gioco è fatto, alla gente fai credere quello che vuole, anzi: alla gente l'america fa credere quello che vuole, e lei vuole tutto.

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