lunedì 24 marzo 2014

Fuga nell'altrove

Tutto è rituale, in ogni cosa che facciamo si nasconde un rito, consapevole o meno.
Ma cos'è un rito?


Esempio di rito umano


La messa è un rito, dove i cristiani si convincono di credere a qualcosa.
Il pranzo domenicale in famiglia, tutti insieme, tutti a tavola, è un rito, in cui le persone si convincono di appartenere a qualcosa, di essere unite.
Stappare lo spumante l'ultimo dell'anno è un rito, in cui si prova a scandire il tempo che passa, per averne il controllo.
Insomma i rituali sono il modo che usiamo per intrappolare la realtà, allo scopo di comprenderla attraverso l'ottusità dell'abitudine, di ridurla con i parametri del 'già visto' e infine supporsi in grado di poterla controllare escludendo ogni imprevisto - che è l'antitesi del rito - coltivando il sempre uguale.
Molto della nostra vita è rito; gran parte delle nostre abitudini sono rituali.
Al di fuori delle litanie cadenzate del nostro scandirci in abitudini si trova l'orrore e l'incubo sveglio di ogni malato di ritualità: ciò che non è prevedibile, che elude il rito, fuori dalla trappola sofista in cui vorremmo ridurre la realtà. E noi stessi.

Eppure i gatti pisciano sempre nello stesso posto; e il regno delle piante sempre fiorisce col caldo.
Anche il buonsenso, questo sconosciuto, ci suggerisce di essere abitudinari.
La natura stessa ci vorrebbe sempre uguali.
Io diserto ogni ordine che porta alla gabbia della ritualità. All'ergastolo dell'abitudine.
Noi rivoluzionari per cui la normalità è un noumeno; l'abitudine una costrizione dell'anima.

Stasera ho fatto un sugo di seppie. In bianco.
Aglio e prezzemolo.
Mangerò alle 8. Probabilmente vedendo il tg.
Se sono da solo ascolto Bach. A molti dà sui nervi. Quindi devo essere solo.
Bisogna essere soli per stare in buona compagnia, qui.
Poi qualcosa farò. La notte, a una certa ora, dormo.
La vita è una trappola. Una gabbia.
Scrivo e guardo fuori da una finestra.
Le giornate si sono allungate.
In realtà non si allunga proprio niente; sfumano solo più tardi, scivolando in un lento nero temperato.
Oggi voglio spezzare il rito: sono un apostata del sempre uguale.
Scriverò una poesia. O mi farò un buco nel cuore.
Meglio una "poesia", vah.

Fuori il giorno cade Altrove
I gatti dormono; anche il mondo si riposa.
Le cose si indeboliscono nella stanchezza di un pomeriggio che scivola via.
Dove terra e cielo sfumano
in nebbie che paiono sognate
e la sera si distende
muta
come un ricordo
muto
al tremore delle stelle

La pasta è cotta: Buon Appetito!
A me.
A te.
Sempre chi non ha altri mezzi segue il rito. Chi ha anche solo un po' di fiato fugge via.

Altro esempio di rito umano

Nessun commento:

Posta un commento