domenica 2 novembre 2014

Introduzione a Tolkien

Stanotte ho fatto un po' fatica ad addormentarmi, così nel buio sospeso tra veglia e sonno ho pensato a quale sia il modo per approcciarsi meglio alla lettura di Tolkien.
Non che i vicini facessero rumore, con loro mi sono spiegato molto bene; nessuna spiegazione, ahimè, c'è stata con i miei denti, che mi hanno fatto male fino a che più che addormentarmi sono caduto in un deliquio di stanchezza, e ho sognato che stavo male.
Il giuramento dei figli di Feanor (Silmarillion)


Ad ogni modo, tralasciando questi miei viaggi nel dolore notturno, qual è il modo giusto di leggere Tolkien?


Inizierei con questa premessa, e cioè: l'ideale, intanto, è non aver visto i film.
Per molti motivi, primo fra tutti lo svelamento della trama. Ma non è l'unico. Infatti accade sempre, nel vedere un film tratto da un libro, che poi, provando a leggere il libro, nei personaggi e in generale in ogni immagine evocata dallo scrittore vadano a pietrificarsi gli attori e le scene del film, così che risulti impossibile creare da soli con la guida del testo, ma si tenderà a rivedere quanto proposto da questo o quel regista.
Insomma, in parole povere, il film rovina l'esperienza del lettore che non riesce più a creare dal nulla le visioni del libro.
Certo anche avendo visto i film se ne può godere alquanto, e magari con uno sforzo riuscire a sostituire le proprie immagini a quelle viste sullo schermo.
Detto ciò: da quale libro iniziare?

Ora, si sa, i libri che contano sono tre, Il Signore degli Anelli, Il Silmarillion, Lo Hobbit.
Nel primo abbiamo la parte conclusiva della macro narrazione tolkeniana sotto forma di romanzo epico. Qui il protagonista è Sauron, assente ma sempre vivo nei pensieri di chi ne sfida le ambizioni.
Nel secondo vengono raccontate per sommi capi, e con un linguaggio ricercatissimo che sfrutta la mitopoiesi, le vicende di Arda, dalla creazione iniziale di Illuvatar alla caduta di Melkor e oltre ancora. Non si può nascondere che sia un libro indigesto ai più, ricordo bene che la prima volta che lo lessi dovetti farlo col dizionario ben vicino tanto erano astrusi i termini che vi trovavo. Rimane comunque il testo senza il quale è impossibile comprendere gli altri due. Qui il protagonista è Morgoth Bauglir, Valar votato alla tenebra e creatore di ogni male.
Il terzo, Lo Hobbit, è una fiaba che racconta gli eventi che anticipano Il signore degli anelli, una sorta di prefazione. Non inganni il termine fiaba, sebbene infatti i toni siano più leggeri vi sono alcuni punti di grande spessore. Qui il protagonista è Bilbo, l'hobbit che trova l'Unico Anello che era andato perduto.

Uff, che male. Ho anche finito i brufen. Sdraiato non posso stare, sento la testa che si gonfia e pulsa come un raviolo al vapore. Sarà meglio sedermi sul letto. Ma sì, fumo. Tanto peggio di così non posso stare.

Dicevo... difficile dare un ordine di precedenza a questi tre libri. E poi, a dirla tutta ce ne sono altri tre. Ma di questi parlerò poi. Se me ne ricordo.
Da dove si inizia?
Verrebbe logico dire dal Silmarillion. Lo leggi, conosci la storia delle prime tre ere, e sei pronto per capire nei minimi dettagli gli altri due, ambientati alla fine della terza era. Sai chi è Morgoth, chi è Feanor, cos'era Gondolin, cos'è un Balrog, da dove viene Sauron, le guerre per i Silmaril, ecc ecc.
Ma non lo dirò. Infatti la complessità del testo è tale che solo una volta incuriositi dalla lettura degli altri due si può intraprendere questo testo.
Allora Lo Hobbit, che precede Il signore degli anelli?
Forse.
Sarebbe la scelta logica, ma data la natura del tutto diversa del testo dagli altri due, come detto fiabesco e destinato a un pubblico più giovane (del resto è stato scritto 20 anni prima di tutto il resto) si rischia di avere un approccio sbagliato.
Ma allora quale?
Non resta che ISDA, ma sarà una lettura di non facile comprensione, infatti i riferimenti agli altri due libri sono innumerevoli. Si rischia di finirne la lettura lasciandosi dietro molti buchi neri.
Ed è quello che successe a me. Chi è questo Morgoth di cui si parla; e i Noldor cosa fecero per irretirlo? Da dove giungono gli Istari? E chi è Elbereth di cui cantano gli alti elfi rimasti nella terra di mezzo? chi sono gli orchi?
Il libro non spiega questa come tantissime altre cose, ma le lascia sospese chiedendo al lettore lo sforzo di immaginarle da se. Queste vengono svelate solo nel Silmarillion, e sono proprio tali domande che ne fanno intraprendere la lettura da parte di chi si è fortemente appassionato al testo.

Per questo io dico: prima ISDA, poi Lo Hobbit, infine Il Silmarillion.
E poi, infine, ancora ISDA, per comprenderlo pienamente. In effetti quello che sto dicendo è che servono almeno due letture in quest'ordine.
Poi sia chiaro, ognuno fa come crede, ma a me questo sembra il metodo migliore.

Fingolfin Re dei Noldor sfida Morgoth (Silmarillion)


Vi sono poi altri tre libri come detto.
I racconti perduti.
I racconti ritrovati.
I racconti incompiuti.
Tutti questi testi sono delle integrazioni, talvolta delle ripetizioni, del Silmarillion. Vengono riportate le leggende delle prime tre ere a volte in modo diverso, a volte più approfondito.
Solo nei racconti incompiuti (che sono, appunto, non finiti) Tolkien svela qualcosa in più, come la natura degli Istari o chi furono i Nazgul nei regni mortali.
Certo si tratta di approfondimenti interessanti ma destinati ai grandi appassionati. Insomma una lettura ulteriore a cui ci si presta dopo le tre iniziali.

Comunque, con questo dolore in faccia, di dormire non se ne parla. Continuerò la mia quarta lettura del Silmarillion. Infatti a ogni rilettura inizio da quello.
Ah, comunque la sigaretta ha peggiorato tutto.


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