venerdì 13 febbraio 2015

San Valentino




E così eccoci qua, san valentino è arrivato. Ah! la festa degli innamorati, dei piccioncini, delle cenette a lume di candela e di tante piccole attenzioni, regalini, bacetti cuoricini e messaggini. Proprio una gran festa san valentino, la festa di tutti gli innamorati. La festa dell'Amore.
Non mi sogno neanche di criticarla, dopotutto che il consumismo sia avvilente è cosa ormai nota; dopodiché: le persone hanno bisogno di ordine. Ordine!
A loro serve un giorno in cui sentirsi più buoni, uno per sentirsi liberi e, perché no, uno per amare e sentirsi amati. Alla gente servono regole precise da seguire, e chi sono io per negargliele, posso forse farlo? E posso negarne a me stesso? In fondo non sono meglio degli altri. Così ho deciso, sissignore, quest'anno anche io festeggerò san valentino, un po' perché sono stufo di oppormi a tutto e a tutti da solo, e un po' per vedere com'è. Lo voglio proprio vedere.
E quindi eccoci qui, siediti pure, Cara
- Cara?
- Sì?
- Siedi. Ti piace il locale? la musica non è il massimo ma si mangia bene.
- Oh sì, mi piace molto. A proposito, grazie per l'invito.
- Ma ti pare! - Intanto penso: tranquilla, con questa scollatura che hai se non fossi venuta t'avrei rapita.
- Allora - prosegue lei - di cosa ti occupi esattamente?
- Mah - e ora cosa le dico? -, praticamente non mi occupo di niente, o meglio, in questo momento mi occupo di te. - Sì questa risposta dovrebbe andare, se non altro si sentirà desiderata.
- Un'occupazione curiosa, ma perché hai tutta quella barba? - nel chiederlo si gira verso la borsa, la scollatura tracima.
- Eh, la barba - Mordor, ma che tette ha? -, la barba... mah, un po' pigrizia, un po' per velleità mistiche.
- Mistiche?
- Già. - mistiche? ma cosa le ho detto? oddio - Nel senso che, come dire, sai, mi aiuta a pensare.
Lei fa finta di niente e guarda il cellulare. Inizio seriamente a pensare di mettere le mani su quelle dannate tette. Che stronzata san valentino, e poi non ho neanche fame. Qualcosa però devo pur prendere.
- Cosa prendi? - le chiedo
Mi risponde continuando a guardare lo smartphone - Prendo una birra scura, tu?
- Qualcosa del genere anche io. Cosa ne pensi di san valentino, ti piace questa festa?
Sta pensando alla risposta mentre risponde a un messaggio. Fa due cose alla volta, che gran donna. Mi piace il suo profumo, chissà che odore prende quando si mischia col sudore.
- Penso sia una festa consumistica volta a materializzare l'emotività per incanalarla verso una ritualità artificiosa. - Mi risponde.
Oh oh, che ragazza istruita. Tesoro, non me ne frega niente di quello che pensi, fosse per me non saresti neanche andata a scuola, ma con quella scollatura puoi dire tutto quello che ti pare.
- Interessante, sono d'accordo anch'io - le rispondo.
- E tu invece? - mi chiede
- Io cosa?
- Che ne pensi di san valentino?
- Beh, penso che...
- Sì?
- Insomma, penso che tette.
- Come?
- Tette. Sì, cioè volevo dire... tette. Non mi interessa nulla si san valentino, per quello che mi riguarda è la festa delle tue tette. Del resto non mi importa niente. Assolutamente niente.
- Oh, molto romantico. - mi dice.
- Eh, insomma, cioè, voglio dire... romantico? non siamo mica ad Austerlizt sotto il tiro dell'artiglieria napoleonica, cosa dovrebbe esserci di romantico? come hai detto poco fa è solo una festa consumistica, e io non sono certo qui per onorare il capitalismo, sono qui per la tua scollatura e quel tuo visetto.
- Che ha il mio visetto?
Ah! mi ha chiesto del visetto! figurati se non era una narcisetta.
- Da quando ci siamo seduti non faccio altro che immaginarmelo... beh, lasciamo stare.
- No no, vai pure avanti, mi interessa.
- No senti, lasciamo stare, piuttosto beviamo. Alla fine ogni festa va bene per bere.
- Ti piace bere?
- Che domande fai, in un mondo depresso a tutti piace bere. Ti piaccio, ho qualche chance di sedurti sessualmente?
Lei ride. Io bevo. Non risponde, forse devo aggiungere qualcosa.
- Va bene.. hehe, sai, in fin dei conti san valentino è questo, una scollatura, la femmina la esibisce, il maschio l'agogna, poi per far finta che sia altro ci sono gli auguri, il regalino, la cena e la birra e tutto il resto, che è solo una cornice. È un rito tribale, invece di danzare nudi intorno al fuoco siamo qui, civilizzati, profumati, tutti belli in ordine, ma rimpiangiamo il fuoco e le nudità genuine. Certo ci sono anche coppie già legate che lo celebrano, ma lo fanno per convenzione, per poter dire di averlo fatto ad altre coppiette. Mica vogliono essere da meno, loro.
- Come sei brutale, ho un amico che la pensa come te ma abbiamo litigato.
Oh oh oh oh, ha litigato con l'amico, poverina. Scommetto che prima però gliel'ha data. Chissà, magari è già ubriaca, ma con quelle tette ci spero poco, chissà quanto alcol assorbono. Ma sì, o adesso o mai più.
- Senti, finiamola qui, mi fai vedere le tette? - Le dico, con la voce più amichevole che riesco a fare.
- Basta, me ne vado!
- E allora vai, che sarà mai, due tette, in fondo sono ammassi di adipe, un vezzo dei mammiferi! Se vuoi andare vai! Chi ti tiene.
E se ne va. Con le tette. Poteva lasciarle qui, se non altro per cortesia.
Ma dico io, mi mette davanti le sue grosse tette e pretende che mi interessi della sua vita. Dopo, magari. Dopo potrei anche, ma andiamo, dai! Prima fammi vedere, non ci si comporta così. Non riesco neanche a pensare in questo modo. Cosa avrei dovuto fare, il filosofo colmo di empatia per le donne? Certo tesoro, aspetta un attimo, vado due secondi in bagno, prendo centoventi gocce di xanax e un paio di anti-epilettici per annichilirmi, torno e mi racconti i tuoi sogni. Mi racconti tutto e diventiamo amici. La tettona e l'eunuco. Sai che bello.
Stupida festa consumistica, lo sapevo che non faceva per me. Ma che mi è venuto in mente di provare a essere normale, è stata solo una sciocchezza!
Però che tette che ha... quasi quasi le corro dietro, le chiedo scusa, e poi vediamo cosa succede.
Sono disposto a far finta che san valentino valga qualcosa, che le persone possano capirsi davvero oltre le apparenze, e chissà che lei non sia disposta a credermi.
In fondo siamo disposti a credere a tutto pur di salvarci.




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