martedì 28 aprile 2020

Serenata









La musica è un vasto e oscuro mare senza fondo, a volte calmo, a volte in tormento, che può essere caldo o freddo, ma sempre immenso, e solenne, e bellissimo. Mi è venuto in mente guardando un gatto. Anche lui immerso in quel mondo che non è il nostro, che è quello della musica, e dei sogni.
Lui, il gatto, si ricorda che in un'altra linea temporale, un altro luogo, un altro tempo, lo hai tradito: nello stesso modo la musica ci ricorda che altrove, in un luogo che non c'è, in un passato mai avvenuto, noi eravamo altro da questo. Così, ascoltando, ce ne rammentiamo, solo fintanto che ascoltiamo. L'arcano si ripete. Il segno si ricrea. E il gatto, che intanto ci osserva, sbatte gli occhi, come chi - noi - si è appena svegliato dal sogno.

La musica è finita, il tempo riprende ad avanzare. Quell'attimo di Sacro perduto per sempre.
Danzavi con un angelo e la neve, silenziosa, cadeva nel buio.
Ora te ne stai da solo; come un deserto che non crede più ai miraggi.

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