mercoledì 15 aprile 2015

Dove crede di andare la gente?


La terra tra 1 milione di anni
I


Ma la gente cosa si è messa in testa? cosa le frulla per il cervello?
Si danno tutti tanto da fare, studiano, lavorano, fanno progetti e financo si innamorano; si sposano, ci credereste? e fanno pure dei figli, 'sti criminali!
Ma come, dico io, esiste crimine più grande del mettere al mondo un figlio? E non dico oggi, parlo proprio in generale. Vogliamo creare altra disperazione, non basta quella che c'è?
C'è gente, parola mia, che addirittura ne fa più d'uno, ne fanno tanti, e li chiamano pure con dei nomi assurdi, ci investono, li fanno pure studiare! Almeno li lasciassero analfabeti avrebbero qualche possibilità d'esser felici, ma lo studio, la cultura, ah!, peggio della cultura c'è solo il non credere più a dio: e che forse in un mondo come questo qualcuno può? Giusto gli analfabeti, i miserabili, i poveri di tutto, soprattutto di spirito. Al diavolo il dio dei cieli, al diavolo lui e i suoi giobbe proni come pecoroni.
C'è gente che sorride in foto, si fa le foto e ride! Ma che cazzo ti ridi brutto imbecille che domani muori e oggi già stai messo male, almeno fai finta di niente, che ne so, guarda da un'altra parte. E invece, guardano proprio l'obiettivo e ridono. Ma allora sei stronzo, dillo che lo sei, almeno lo so e manco ti calcolo più. E quello lì, cosa fa quello lì?
È felice! ahahah, roba da matti. Ma in che mondo vivono questi?
Quale realtà assorbono i loro sensi? No, non ci siamo. E dove vanno tutti, di fretta, in macchina, in moto, in scooter, in treno, in aereo, dove viaggia la gente, perché si muove tanto, perché ha la necessità di perdersi lontano, dove gira il mondo, cosa cercano, cosa fanno, un giorno moriranno: perché darsi pena, non va bene una bestia e una canna per pescare, non andavano bene le notti buie e le albe colme di speranza, i timidi Dei dei boschi e la furia della montagna? Non era perfetto, forse?
Ci voleva la civiltà a rovinare tutto questo, gli stati, le banche, il progresso, la scienza, la modernità, i lifting vaginali e gli sbiancamenti anali, la mitologia assolutista del deserto, l'annichilimento degli istinti umani, la grande corsa verso la follia di tutti, le gite in macchina, i paralitici al volante, lo stress, le malattie da stress, le cure alle malattie e le malattie di chi non si cura perché non gliene frega più niente e si ferma e dice: dove vanno tutti?
Vanno in campagna, il fine settimana, a vedere la natura. Ma va la. non vedi che le piante sono parassiti giganti, che le bestie vivono ruminando? Neanche la natura si salva più ormai. E quei colori, mi fanno impazzire. Il colore non dovrebbe esistere, solo la vita in bianco e nero ha senso.
Perché corriamo verso il gorgo che gira, nero, al limite di tutto, in questo impero di ferro e di macchine tutte uguali, dove anche la bellezza è a imitazione di quel paradiso che fu perduto, che era il non saperci, il conoscerci a malapena, il viversi accanto ignari di noi stessi: l'inconsapevolezza perduta, la fuga dai calmi mari del nostro primordiale stato di grazia in questo oceano moribondo dove niente resta a galla.
L'ottimismo, puah!
Mi dicono: sei negativo, pensi male. Ma finitela, pecoroni, tangheri! Cosa state facendo, una gara a chi si illude di più, una corsa verso la delusione?
Oggi ho sentito una zingara in tv, parlava di come va a rubare nei treni. La giornalista, una capra con la croce al collo, le ha chiesto se non le dispiace di lasciare le vecchiette senza soldi. Pensa un po' che domanda, Sauron. La zingarella le ha detto così, che a lei non gliene frega un cazzo, che tanto si muore, e la vita cos'è?
Cos'è la vita? Lo voglio chiedere a quello che va a fare i soldi in cina, o quell'altro che vuole andare al mare per abbronzarsi, per prendere più figa. Cos'è la vita, cosa siete voi?
È come dice la zingara, è tutto un fregarsene. Mi dai mille euro per ammazzare una vecchietta? Li prendo. Per duemila ti ammazzo anche il marito sordo. Fanculo la morale, al diavolo gli altri. Io, solo io e il mio cerchio: e fuori non mi frega più niente, li ammazzo tutti, li scanno per due soldi, pure gratis!
Tanto cosa sono i soldi, non te li puoi mica portare nel nulla, in quella notte senza aurora che è la parte finale di questo schifo di vita, che mi auguro non sia lontana, e poi c'è più un cazzo. Altro che, puah.
Questi vanno, ma dove vanno, dove crede di andare la gente?!

II


C'è quello lì, uno a caso, che mi fa, mi dice, andiamo a mangiare in cima a quel monte, c'è uno che fa i cascioni come quelli di mia nonna, con dentro spinaci e ricotta.
Dov'è che vuoi andare tu?
All'inferno ti mando, ti ci spedisco a craniate, tu e il cascione del cazzo. Fattelo fare da tua nonna, almeno non marcisce davanti la TV.
E ma, mi dice, è per farsi un giro.
Cos'è che vuoi fare tu? i giri?
Ma io questo non lo capisco, non lo capisco come non capisco uno che pesca con le bombe a mano o cose così, ma dico io, non lo vedi, cazzo non ti rendi conto che sei uno scheletro che cammina, che sei nato, sei nato al mondo, sei fregato, sei distrutto, sei una forma di dolore cosciente, e vuoi andare a gare un giro?
In un pozzo devi stare, fermo, zitto, a guardare il buio, a odorare la muffa. Da solo, tu e la maledizione che ti porti dietro, altro che monte, altro che giri, per Sauron!
La regola, l'obbligo, è non divertirsi, non cercare di essere felici. Stare male, sempre, e poter dire: io sto male, quindi esisto. Io non cerco l'illusione, non voglio illudermi: quindi pienamente esisto.
Non sono sfocato, etereo come chi ride. La mia non è un'emanazione spettrale, un a malapena esserci, come chi fa programmi, chi viaggia. Come chi si sposa e crea altri condannati a morte.
Se la nostra civiltà fosse anche solo un po' progredita rispetto ai tempi in cui brancolavamo per le foreste, la sua prima legge dovrebbe esser quella di non fare più figli, di estinguerci. Facciamola finita per piacere, questo carrozzone di dolore che si lascia dietro fumo e macerie, ma che senso ha!
Mettetevi intorno a un tavolo e decidete, una buona volta, che è ora di farla finita. Sterilizzatevi tutti, tagliatevi quei dannati cazzi. Chiudete le donne in casa. Non scopate più, non amate ché l'amore è solo uno spettro del dolore, non figliate, non lavatevi neanche, cosa vi lavate a fare, tanto non dovete più scopare. Ottenebratevi nei sensi, fuggite dal vero: la verità non serve, è una forma di decadenza.
Chi resta sveglio spacchi pure tutto, distruggiamo le nostre città di profumo e cemento, i negozi dove la gente va a comprarsi la dignità di apparire, i bar tutti uguali, le botteghe, le edicole che vomitano merda, tutto alle fiamme, urliamo come scimmie ché è la cosa che meglio sapiamo fare.
Odiamo il diverso, profondamente odiamo ché l'odio ci definisce e fa di noi qualcosa che pulsa, che attrae; e basta essere curiosi: fregatevene di tutto, tanto a che serve, lo ha detto la zingara, dopo muori, la vita cos'è? Nietzsche dice: vivete in modo che alla fine abbiate voglia di vivere un'altra vita.
Io dico: vivi e sbrigati a crepare, e non dare la vita a nulla ché la vita è un male di cui sbarazzarsi, dal quale tendere alla felicità della materia inanimata, o tutt'al più all'ebetismo delle piante, segreto che il buddismo ha da tempo fatto suo. Meglio vegetali che umani.
Meglio pietre che esseri coscienti.
Meglio essere sassi lanciati nel vuoto, e presto lo saremo. Quanto può durare ancora questo universo; poi ne verrà un altro! Affanculo pure quello, io maledico questo e tutti gli universi a venire, che si dannino tutti, che sprofondino in un baratro di inconcludenza come vi è sprofondato questo: che la vita non debba mai aver senso! mai!
Che tutte le creature soffrano e siano condannate a decadere in morte, in dolore, a non comprendersi mai, a odiarsi, a star male, a vagare, cieche, agonizzanti, in questo e in tutti gli altri modi!
Che tutto sia maledetto e perduto, vagate nel buio soli! gemete stelle!
Che l'urlo irreparabile di tutte le cose ci getti nello sconforto e nel pianto.

Non riletto.

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