giovedì 1 gennaio 2015

Quando sarò morto da cento anni



Quando sarò morto da cento anni non sarò mai esistito.
Chiunque abbia conosciuto, tutti quelli che mi avevano visto, saranno morti come me.
E nessun altro saprà che ho vissuto.
Tra cento anni sarà come se non fossi mai esistito.

Quando sarò morto da un milione di anni della mia civiltà non resteranno che scorie sotto le pietre del tempo, e così di tutte le altre, una civiltà dopo l'altra fino all'esaurimento del pianeta.
Tra un milione di anni sarà come se l'uomo non fosse mai esistito.

Quando poi, infine, l'universo si sarà allargato fino all'ultimo confine, e le stelle saranno tutte spente o così lontane da non scorgersi più - ma chi ci sarà rimasto a vederle? -, cosa resterà di tutto ciò che è stato e che ha vissuto, se non un grande, enorme silenzio, e un'oscurità senza confini, come a voler significare: qualcosa è mai davvero esistito?

Tutto quello che crediamo di essere è solo una scintilla nella vastità del cosmo in aumento. Non siamo parte di niente perché non vi sono parti ma solo ruoli temporanei destinati a decadere in nulla.
E allora quando sarò morto da tutti gli anni che vanno fino alla fine del cosmo io realmente non sarò mai esistito.

Eppure ora ci sono e quest'attesa del non esserci mi consuma con un anticipo spietato, come una mostruosa avanguardia del niente. Un dissolversi trattenendo il fiato.




2 commenti:

  1. Io al non essere cerco di non pensarci, ma gli anni che avanzano mi rendono sempre più consapevole. E comunque alla fine già al momento in cui tiri le cuoia, per quello che ti riguarda, tu non ci sei più.
    (Allegria).

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  2. Certo che tornare come scheletro guerriero non sarebbe male...

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