lunedì 3 aprile 2017

Trapianto cosmico




Quando muoio voglio donare gli organi; se non sbaglio ho due reni, un fegato, e poi ancora due polmoni e... un cuore.
Il cuore ogni tanto mi duole, mi dà certe fitte che non so spiegare, specie al mattino o quando tossisco. Del fegato non so nulla, non so neanche dov'è, non mi avverte mai di niente, è muto, zitto, discreto: un fegato anacoreta tra il borbottio effimero dell'intestino. Ho fiducia nelle sue capacità di assentarsi: nei reni non saprei, pare siano traditori.
Il cervello non si può donare, troppi fantasmi, cicatrici, pazzie chimiche; la milza e tutte quelle altre robine che sono sparse qua e là non le conosco e pare che nessuno le voglia. Poi sì, ci sono i polmoni, e tra l'altro i miei devono essere piccoli pigri e inclini a fare il meno possibile, tuttavia se qualcuno li vuole glieli do.
E l'anima invece? per il momento non ne so niente, certe volte ho avuto l'impressione che fosse da qualche parte, o magari me ne avevano solo parlato. Comunque, se c'è sta bene. Deve stare bene per forza visto che non so di averla, né lei senz'altro sa di essere mia. Separati fin dall'inizio nessuno ha potuto danneggiare l'altro. Per cui, sulla fiducia, sono disposto a cederla prima.
No, non proprio a donarla. Ma per una bottiglia di vodka e una busta di tabacco ve la do. E tutti gli altri organi ringraziano.
Ma sì, pure gli occhi ve li do subito, il mondo non mi va più di vederlo. Le orecchie invece me le tengo ancora un po', qualcosa forse mi va ancora di ascoltarla.
Sapete, ho sempre avuto l'impressione che le orecchie siano buone da mangiare. Tutte, anche quelle umane. Se ben condite e debitamente cotte paiono proprio adatte per... non saprei, un aperitivo, berci qualcosa con gli amici, quelle cose lì insomma, in allegria: sgranocchiando orecchie infilzate da stuzzicadenti. Piccanti.
Ma scusate allora, scusate un momento, e se gli organi e tutte l'altre parti del corpo, mi chiedevo ora, se invece di donarli qua e là ce li mangiassimo? Ecco ad esempio, prendiamo un rene: ma che forse un rene lo si può sprecare così, per darlo a qualcuno che lo usa per pisciare? Non sarebbe molto meglio tagliarlo a fettine sottili, scottarlo sulla brace e via, ce lo si mangia: che poi fate voi, ognuno decide la sua cottura ideale. E l'altro, il poveraccio che lo voleva per metterselo dentro - che egoismo certa gente -, non ricevendolo, pam, muore, e ci scappano, se tutto va bene, un paio di polmoni da farci il sugo, o male che vada un cuore ancora vigoroso da imbottire per natale, da mangiare mentre i bimbi giocano con i suoi occhi.
Che poi, per dire... poniamo che mi piaccia una ragazza. Cosa vuol dire piacere. Diciamo che la guardo, e ha un viso, due gambe, un seno, un sedere, questo sì, va bene, però c'è anche dell'altro, ad esempio le braccia. Nessuno ha mai voluto mangiare un braccio?
Si sa, certe cose sono delicate, non si sa mai come vengono e non tutti sono d'accordo a farsi assaggiare. Per cui sarà meglio che, se si deve fare della macelleria, che almeno sia con della carne che ci piace. E no, e no eh, e mica mi voglio mangiare il primo che capita: deve piacermi!
Lo devo stimare. Dev'esserci una qual certa stima intellettuale, che mette sempre appetito.
Ad ogni modo si parlava di poter donare gli organi, e abbiamo convenuto tutti insieme che le persone è molto meglio mangiarsele.
In realtà ho già in testa un paio di ragazze. Una delle due a cui sto pensando ora ha un viso che viene proprio voglia di darle un morso. Un uomo invece no, non me lo mangerei. Non mi va neanche di farlo a pezzi. Che noia. Si ammazzino a vicenda quando fanno quelle loro cose da uomini e non mi diano scocciature.
In effetti ora che scrivo ho un certo dolorino ai reni, e anche il cuore mi pare affaticato. I polmoni sono in affanno, la vista sfocata, il cervello manda certe strane grida, e le appendici, le propaggini varie gemono, scricchiolano, sfregano l'un l'altra.
Mi pare proprio che non funzioni più niente o quasi: ci vorrebbe un trapianto di corpo. Ma no, non basterebbe, che dico: ci vorrebbe un trapianto di vita. Quello soltanto avrebbe senso.
Se si potesse prendere una persona e slup! infilarla dentro un altro corpo, e il cervello: vuoto.
Niente memoria, nessuna coscienza espansa, e via tutto da capo, sperando che questa volta vada meglio.
L'altra faccenda invece, quella di trapiantare un pezzetto, poi un altro, che non si sa nemmanco se vanno d'accordo, se si accettano, mah, mi pare cosa poco seria. O mi fate nuovo o non ne voglio sentir parlare.
Oppure trapiantatemi in una stella. Ma certo, perché no. Laggiù, in qualche lontano golfo della notte cosmica, a guardare tutt'intorno, guardare ovunque, senza organi né appetiti, soltanto ardere, ardere, ardere nel nulla.

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