giovedì 30 novembre 2017

Le puttane




Troia. Zoccola. Puttana. Sgualdrina. Bagascia. Mignotta! eccetera eccetera. Ci sono tanti altri modi per dirlo, senza contare le infinite diciture dialettali. Ma la puttana - per ora le darò quest'unico nome - cos'è?
Il dizionario dice "donna di facili costumi", e ancora "donna che concede prestazioni sessuali a pagamento". Non solo, esiste anche il Figlio di puttana, che indica persona disonesta, corrotta, capace di ogni atto.
Ignorando quest'ultima annotazione, la Puttana è dunque una donna di facili costumi, o una donna di facili costumi che dà il suo corpo a pagamento. Insomma, non è proprio la stessa cosa. Puttana è senz'altro un termine negativo, un'offesa, la donna di "facili costumi", cioè la ragazza che si concede, perché offenderla? Le si dovrebbe anzi dare il merito che le spetta.
Facciamo un po' di ordine. Se una donna va con uomini a pagamento è una puttana. Se va con molti uomini è una puttana. Se tradisce il suo uomo con un altro è un puttana. Se, infine, non fa neanche sesso, però si rende antipatica, è una puttana lo stesso.
Termine usato a sproposito come nessun'altro, il significato della puttana va perdendosi via via che lo si usa, divenendo sterile e privo di concetto. Da qui l'uso interpretativo e del tutto arbitrario che se ne fa.
Sapete, io me ne sto qui a blaterare idiozie sulle puttane non perché mi interessisul serio. Oddio, a onor del vero, non ho mai approvato l'uso massiccio che si fa di quella parola, fosse per me lo limiterei alle donne che si fanno pagare, e possibilmente dandogli un'accezione positiva o quasi, ma tutto sommato... ne posso anche fare a meno.
Solo che non lavoro, ho già fatto attività fisica, non ho fame e ho letto tutta la notte. A dicembre, in casa che altro si può fare? Sì, tante cose per carità, ma io per lo più scrivo.
Torniamo a 'ste bagasce allora. Quelle vere intendo, cioè le uniche che esistono. Andarci è generalmente considerato sconveniente.
Sì qualche ragazzo lo dice apertamente, ma i più negano. E si nega, questa cosa, vieppiù crescendo e con noi le nostre responsabilità. Un capo famiglia non lo ammetterebbe mai, neanche con gli amici.
Non si fa, non sta bene, non ci si deve andare. Trovati una ragazza, non tradire tua moglie.
Ma sì per carità, è tutto giusto. Io poi non ci vado. Intendiamoci, se ci andassi lo direi senza problemi. È successo tanti anni fa, ma è storia passata. Non c'è un motivo particolare, semplicemente lo trovo squallido. Ma, attenzione, lo trovo squallido su di me, verso di me. Per chi ci va, per quelli che si servono del sesso a pagamento, sia questo rubato al ciglio di una strada o sapientemente organizzato in un appartamento, ho la massima comprensione. E non è una comprensione formale, d'aspetto: è vera.
Perché tenersi la voglia quando, se tutto va bene, incontreremo una ragazza giusta per noi fra sei mesi o sei anni? Soddisfare un bisogno del genere è cosa normalissima, eppure molti se ne vergognano. Temono d'essere giudicati, derisi. Cent'anni fa deridevano chi non andava nei Casini. Non eri Uomo finché non frequentavi regolarmente una casa d'appuntamenti. Prima e dopo il matrimonio. Veniva persino sopportato dalle mogli, le quali tra l'altro arrivavano al matrimonio vergini, ignare dei sommovimenti umidi che vivono al di sotto delle lenzuola, ritrovandosi appiccicate a dei mariti carichi di depravazioni allenate nei bordelli. Inorridite da cose che credevano impossibili, reagivano - immagino - con tutto il loro pudore. E non mi stupirei se in poco arrivassero a disprezzare il loro sposo.
Ma sì, era una cosa normalissima. La moglie, nella concezione patriarcale deceduta qualche anno fa, è un'incubatrice per i figli, un essere da preservare nel silenzio. Non ci puoi fare tutto quello che vuoi. A volte non ti va neanche di farci niente. I Casini avevano un ruolo sociale: regolavano la sessualità.
Mi direte che oggi non c'è più quell'esigenza, che il sesso è libero, e che chiunque riesce a rubare un po' d'amore. Basta uscire di casa.
Ciò è vero solo in parte. Oltre a chi per problemi suoi non riesce a trovare consolazione in una donna, c'è tutto un altro esercito di maschi logorati ai quali l'età ha riservato la più nera delle amarezze, l'essere non più riconosciuti come tali. Parlo degli anziani.
Ignoro totalmente i bisogni di una donna anziana, magari avrò modo di scoprirli in seguito, ma un anziano, un vecchio, è ancora uomo, prova desiderio, e con gli accorgimenti del caso può svolgere un'attività sessuale completa. Ma con chi? indebolito dagli anni volati via, ha bisogno di stimoli intensi per ritrovare l'ardore necessario, per far secernere alle sue ghiandole la passione di cui necessita.
Simulacro diroccato della femminilità, una vecchia non potrebbe mai riuscire nell'impresa.
Si pone dunque la necessità di riavvicinarsi a donne più giovani: è forse ciò possibile per un vecchio?
Signori miei, diciamocelo, l'unica via di uscita da questa situazione sono le puttane, o il naufragare definitivamente fra i tavolini di un bar, annegando le proprie pulsioni nel vino.
Quanti anziani ci sono in un paese occidentale? diciamo un terzo della popolazione? metà sono maschi, quindi un sesto. Abbiamo quindi solo da noi dieci milioni di maschi in avanti con l'età, e se una metà di loro si è già arresa alle proprie prigioni quotidiane, imputridendo a tempo pieno su qualche divano, l'altra metà intende soddisfarsi.
Avete mai pensato a vostro nonno arrapato? forse è ora che ci facciate un pensierino.
Via, la chiudo qui. Mi sono distratto e un'oretta è passata. Io non cucino più, ero un discreto cuoco ma di recente ho deciso che non lo farò più. Perché? non lo so non  mi va non mi frega più un cazzo.
Fuori piove e non posso uscire (non ho la macchina).
Un giorno mi piacerebbe parlare del fatto che in Italia, se non hai una tua automobile, o strappi un passaggio o te ne puoi stare tranquillmente in casa a guardarti le mani.
Va be, un'altra volta magari.

Un'aggiunta.
Non sono in grado di mettermi nei panni di una prostituta. Molte sono costrette a farlo, molte altre hanno fatto una scelta. Come vivono queste donne? vivono, io penso, male, come tutte le altre, e certe di loro forse anche peggio.
Pochi anni fa feci una cena con vecchi compagni di lavoro. Dopo aver bevuto un po' andammo in un'unica auto a cercare qualche signorina sulla strada, come fanno molti maschi, per parlarci un po'.
C'erano delle nere, stavano tutte in un muchio. Alcune più intraprendenti, altre nascoste. Naturalmente ci hanno chiesto cosa volessimo, il prezzo, le prestazioni offerte (il loro linguaggio mi sbigottisce e mi fa ridere allo stesso tempo), e la più ardita è entrata (io ero davanti) e mi si è seduta sopra e si muoveva tutta. Si è strusciata così tanto che temevo mi chiedesse dei soldi.
Tra di loro c'era una ragazza pallidissima, così pallida da non sembrare neanche nera. Non ricordo bene come fosse fatta, ma piangeva senza dire una parola. Dato che la osservavo una sua compagna l'ha spinta verso l'auto, dove, con frasi che non ho compreso, a voce bassissima, mi ha detto qualcosa.
Spesso mi inganno sulle persone, ma lei certo non voleva trovarsi lì, stava visibilmente male, nel fisico e nella mente. Avrei voluto portarla via, magari da qualche prete (dove poteva pure andarle peggio), ma che volete, non me la sono sentita, non potevo. Nessun'altro dei ragazzi con me quella sera l'ha notata, o comunque non ne hanno parlato. Spesso davanti all'orrore della sofferenza umana non abbiamo parole spendibili né gesti attuabili, possiamo solo girarci dall'altra parte.
Difficile farsi un'idea omogenea delle puttane. Lei era triste, ma ce ne sono anche di allegre. Insomma, forse dovrei proprio conoscerne una o più d'una. Ma solo per capirle meglio eh, figuriamoci se mi metto a scopare.

~Scritto e non riletto~


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