Che cos'è il mito? Il mito è, essenzialmente, la rivelazione e l'irruzione di una verità che si pone all'inizio della storia. Esso è donato e proviene da potenze ultraterrene e stabilisce la regola che col tempo diviene tradizione.
Tutti ne conosciamo diversi, e tutti, in diversi modi, abbiamo sentito parlare di Pandora e del suo vaso.
Esso, il vaso, dono beffardo degli invidiosi Dei, conteneva tutti i mali, e fu aperto.
Lei, Pandora, lo ricevette perché, in quanto donna, lo avrebbe certo aperto.
E siccome nel mondo vi sono molti mali, e le donne vanno soggette alle più disparate bizzarrie, il mito diventa realtà poiché la realtà lo conferma, o meglio: dispiega in quale modo la realtà sia divenuta tale.
In modo che credere che le cose siano andate effettivamente così diventa un particolare trascurabile.
Pandora aperse dunque il vaso e i mali molteplici, sofferenza, dolore, malattia, morte, ecc, ne uscirono. Solo un male non fece in tempo a uscire prima che Pandora, sbigottita, richiudesse il vaso: la Speranza. Per i greci essa era infatti un gran male che, come uno spettro, ammalia e illude.
Fatto ciò, Pandora vide il mondo e si accorse che era pieno di male, e certo pensò: ora, senza speranza, l'uomo non può sopportare di vivere.
Le fu perciò consigliato, ed ella stessa se ne avvide, di aprire nuovamente il vaso per lasciare che la speranza uscisse ed entrasse nel cuore degli uomini. Di modo che da allora tutti si ingannano e si illudono che la vita sia ciò che non è.
Commise un crimine o ci rese alto servizio?
Basta fare un paragone tra mondo antico e cristiano.
Ciò che il mondo antico poneva più in alto di ogni altra cosa era la Gloria, ossia una fama imperitura: ma per il cristianesimo essa è niente.
Ciò che noi poniamo più in alto è la speranza: essa per il mondo antico era niente.
Facendo un sunto, attraverso i concetti di Gloria e Speranza, entrambi i modi di pensare ci dicono che la vita è niente.
Ne consegue, io credo, che l'opera di Pandora sia ininfluente, e ancora una volta il mito non fa che confermare il nostro lutto interiore, e la spietata transitorietà del tutto: con o senza male.
Dal nero cielo splendi.
O Speranza, stella dorata, ci inganni o ci difendi?
Ciao,leggo sempre volentieri questi tuoi racconti, comunque volevo chiederti secondo te la speranza è davvero posta ancora in primo piano come ai tempi d'oro del cristianesimo? perché il distacco dalla fede e ideologie, l'ignoranza dilagante e il disinteresse per qualsiasi attività mentale pare essere una scelta consapevole da parte della maggioranza, sicuramente tutto ciò diminuisce molto il pensiero come fa la speranza, se non peggio, ma credo che derivi proprio dalla totale mancanza di quest'ultima..cosa ne pensi?
RispondiEliminaSenza speranza siamo cadaveri operosi
RispondiEliminaBeh direi che siamo tutti dei cadaveri operosi, anche se qualcuno è piu morto di altri, è ingenuo pensare che le persone credano ancora alle speranze, nmentiamo a noi stessi quando ci fa comodo, solo per tirare avanti un po, ma in fondo se siamo così presi dal nulla è perché non abbiamo fede in nulla
RispondiEliminaLa speranza non è fede, è un'illusione positiva da cui nessuno è immune
RispondiEliminaDetta così pare che noi la subiamo ancora come accadeva un tempo con il cristianesimo, lì eravamo immersi da una fede che ci riforniva costantemente di speranza e ci faceva vivere per essa, oggi in realtà ci basiamo sulle disillusioni, relativismo, nichilismo, materialismo in generale...non si vive grazie ad essa, ci si serve di essa solo nei momenti in cui non possiamo farne a meno...
RispondiEliminaMa tu sei la nikita mastini?
RispondiEliminaSi, mi sono ricordata di questo spazio che condividevi e leggevo con piacere, non succede spesso quindi tempo fa l'ho ricercata e trovata, secondo me dovrebbe essere molto più frequentata, ma chissà perché non me ne stupisco...
RispondiEliminaEsagerata. Buona lettura
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