Finalmente è arrivato un po' di freddo, non ne potevo più di girare in mutande.
Le giornate si accorciano, alle cinque fa già notte, e se piove fa notte anche prima, e in casa prima ancora, con le maniche lunghe, i calzettoni, e la maglia chiusa fino in cima. Sul divano una copertina.
Per le persone malate come me - la malattia è il non aver più voglia di fare qualcosa - il freddo è l'alibi perfetto per starsene immobili a non fare assolutamente niente. Niente che non possa essere fatto su un divano, insomma.
Questo mi fa venire in mente una strana storia sentita anni fa. Non ricordo più cosa c'entrasse col freddo, se in inverno fosse accaduta, o se in inverno me l'avessero raccontata. Ma poco importa.
Insomma... c'era una vecchia. Ma dopotutto neanche così vecchia, se non ricordo male lo era appena un po', e aveva una figlia brutta, ma brutta sul serio, e pure stupida. Anche la vecchia era un po' stupida, ma aveva un gran cuore. Diciamo pure che era buona.
Le dispiaceva, si sa com'è, che questa sua figlia brutta e stupida non avesse trovato marito, e in qualche modo, qualche strano modo, pensava che - sebbene anche la storia non sia poi così vecchia, è passato giusto un po' più di qualche anno - un corredo l'avrebbe aiutata a trovare un uomo.
Pensa e ripensa deve essersi detta: tanto vale che glielo compri tutto insieme! E così fece.
C'erano, allora, ma è probabile che girino ancora adesso, dei viaggiatori, dei venditori erranti, con tanto di valigetta e catalogo dentro. E sui quei loro cataloghi avevano tanti prodotti, anche quelli che servono a farsi il corredo. La vecchia ne chiamò uno e scelse un pezzo alla volta tutto il necessario per sua figlia. Comprò di tutto, dai tovaglioli ai piumoni invernali, e quando arrivò il momento di pagare il viaggiatore, il venditore con la valigetta, le disse qualcosa che suonava più o meno così: mi firmi questo assegno, me lo firmi in bianco. Poi con calma faccio due conti e scrivo la cifra totale che dovrà pagarmi.
La vecchia, che era stupida, e sua figlia, che era stupida e anche brutta, quindi due volte stupida, si dissero che era un'ottima idea, firmarono senz'altro. E qui arriva il bello della storia, o il brutto. Fate voi. È comunque la parte che insegna a non ostinarsi troppo nel voler sistemare dei figli eccessivamente brutti, e che il mondo è un posto troppo complesso per potersi permettere d'essere sciocchi.
Il viaggiatore mise una cifra sull'assegno, ma non il totale degli acquisti, e neanche il totale di tutti i prodotti che aveva sul catalogo. Nient'affatto, ne scrisse una enorme, spropositata, tanto alta che nessuno l'ha mai tenuta a mente per intero, ma erano comunque parecchi milioni di allora. Qualsiasi fosse la valuta. Insomma decise di ingannare la vecchia e sua figlia facendo loro pagare una cifra altissima. La firma ormai c'era, perché non approfittarsene?
Chissà cosa avrebbe fatto qualcun'altro, chissà cosa avrei fatto io. A proposito di me, mi metto un maglioncino perché fa già più freddo. Che bello sentirsi abbracciati dai vestiti. Dicevo... chissà cosa avrei fatto io, fatto sta che lui, il viaggiatore lo fece, e da lì a poco il conto fu presentato.
Non pagare, tutti dissero. Non sborsare un soldo, fu il consiglio della gente.
E nessuno, a esser sinceri, lo avrebbe fatto. Non fosse che, nella fretta, la firma, sull'assegno, l'aveva messa non la vecchia, ma sua figlia. Un po' perché la vecchia non era proprio bravissima a scrivere, e un po' perché, ecco, la vecchia ci teneva, ci teneva davvero tanto affinché fosse sua figlia, la giovane con un radioso futuro già programmato, ad apporre la firma, come se così facendo stringesse non solo un contratto col venditore, ma come se stesse firmando un vero e proprio accordo col destino: con annessi fidanzamento e matrimonio.
Così firmò la figlia, e le banche i soldi li chiesero a lei. E fu allora che, da brava madonna, la vecchia ebbe a dire: no! che nessuno infanghi il nome di mia figlia, lei deve sposarsi e avere un radioso futuro!
Così, martire gonfia d'orgoglio, disse, a sua figlia, al compratore e a tutti gli altri che assistevano alla vicenda, disse queste parole: pago io!
E intanto l'inverno arrivava, proprio come ora. La vecchia aveva un lavoro, niente di troppo appagante o remunerativo, ma era pur sempre un lavoro, e mese dopo mese iniziò a togliersi soldi dallo stipendio per darli al malvagio venditore (anche se non lo considero proprio malvagio, è solo che di certe persone se non te ne approfitti tu lo fa qualcun'altro), e con quello che le restava, mentre la brutta figlia provava un ragazzo dopo l'altro nel tentativo di farsi sposare, aveva a malapena i soldi per mangiare qualcosa, e che cosa poteva mai accattare con una somma così irrisoria, quel poco appunto che le restava dopo ogni pagamento al viaggiatore? Mortadella. Dicono che mangiò pane e mortadella per otto anni, e che per lo stesso tempo non comprò nulla che potesse esserle d'aiuto, né un lenzuolo né un asciugamano, tanto che quando la fine dei pagamenti si avvicinava era difficile trovare qualcosa nella sua abitazione che non fosse tutta bucherellata. D'inverno soffriva il freddo perché i riscaldamenti erano spenti. E d'estate non poteva permettersi neanche un gelato.
Quando finalmente finì di pagare, ed ebbe riscattato il buon nome della figlia davanti a tutti, lei, la figlia, quella bruttina e stupida, morì, non si sa bene di cosa, ma si sa com'è, certe persone sono fatte male sia fuori che dentro, e così qualcosa le si ruppe e via, morta, senza essersi sposata o aver mai usato il corredo.
La vecchia, che nel frattempo era invecchiata per l'amara vita che conduceva, invecchiò tutto insieme di parecchi anni, e forse fu proprio lì che presero a chiamarla vecchia. Rimbecillì del tutto e sprofondò nel dolore.
Ora non so bene come sia finita questa storia. Certi dicono che si sia indebitata nuovamente per far fare alla brutta ragazza una tomba bellissima con cui tutti potessero ricordarla, e ora mangia ancora pane e mortadella per ripagare il debito con l'impresa funebre. Altri dicono che sia completamente impazzita e non sia più uscita di casa dove borbotta con dei gatti.
A me non interessa molto. Certo bisogna dire che, sempre che questa storia sia vera, quella vecchia era davvero una povera sciocca. Chissà poi se è tutto vero.
Certo che una storia del genere ti fa, come dire... ti fa godere ancora di più il maglione, lo stesso che ho appena messo, e che mi auguro di non dovermi più togliere fino ad aprile.
Viva il freddo. Anche se ci vogliono più calorie, e a proposito: ho fame. Hum, mortadella. Anche oggi solo pane e mortadella. Stupida vecchia.