martedì 4 ottobre 2016
Sulla religione o giù di lì
Come ci regoliamo sulla questione della religione?
Sono abbastanza convinto che l'ateo, l'individuo che non crede a nulla, colui che non ha una fede, sia meno ricco interiormente, meno bello dentro. Intendiamoci, è una generalizzazione, ma che farsene di un universo senza Dei?
Allo stesso modo certo l'ateo pensa: che farmene di quest'universo?
E quando una cosa non ti serve, anzi appare come un peso, è ingombrante, indesiderata, allora prendiamo a detestarla, insomma ci sta proprio antipatica: così la vita. Così l'ateo e il nichilista.
Allo stesso modo, o in uno simile, mi chiedo: cosa farsene di persone del genere? a cosa possono essere buone?
Intendiamoci, non sto parlando di intelligenza o prontezza di argomenti, ma di pura e semplice utilità umana. A che cazzo mi serve un nichilista-pezzo-di-merda che non crede a niente? Costui non è convinto neppure - lasciatemelo dire - che sono davanti a lui mentre gli parlo.
Che forse posso fidarmi di un tipo del genere, che non crede nel bene e nel male, nel giusto e nello sbagliato - o che so, persino alla luce del sole, e in qualsiasi altra cosa, e anzi tutto soffre e ha in odio, tutto annoia nello stesso modo in cui lo percepisce inutile e privo di senso, e anch'egli si percepisce inutile e privo di senso - me ne posso fidare?
Forse sì, devo dire a difesa mia e del genere, ma probabilmente no. Cazzo no!
Qualsiasi discorso diventa superfluo, il minimo gesto un insulto alla vuotezza delle cose. Mi ha detto una ragazza con cui stavo parlando: "non riesco a leggere quando sto male" - che discorsi! uno legge solo quando sta male, se sta bene fa altro, le ho risposto.
E ancora mi ha detto "vorrei stare bene". Assurdo, ho ribattuto, nessuno sta bene, è impossibile, il solo desiderarlo mi sembra incredibile, pazzesco, chi cazzo è che vive e al contempo sta bene? ma neanche delle piante coscienti, neppure chi è convinto di stare bene, di essere felice. Convinto di che poi.
E ho pensato che dev'essere proprio difficile parlare con uno come me, un nichilista totale, uno che non accetta che nei discorsi si usi la parola "spero" perché equipara la speranza alla fede in un Dio lontano; e ho pensato anche: a cosa servo?
Non che volessi trovarmi un senso, per carità, ma per gli altri, intendo, a furia di dire come la penso, di fare certi discorsi, di potare meticolosamente qualsiasi illusione dall'albero dell'esistenza, che idea do di me, mi scredito, sono pesante, faccio paura, offendo, molesto, ferisco o sono ingombrante?
Sì, sicuramente è così. Andiamo, la gente non vuole atei disperati et similia intorno. Persino io mi sento più tranquillo in compagnia di un credente. Non uno in particolare, un credente qualsiasi, fosse anche nell'oroscopo ma che per Dio creda a qualcosa!
Non che la compagnia di una persona capace di confidare in un ordine superiore mi renda simile a lei, nient'affatto, soltanto, diciamo, mi tranquillizza, allo stesso modo in cui vedendo un bel quadro mi percepisco al di fuori di quella bellezza ma ugualmente ne godo la presenza qui e adesso.
I nichilisti, puah, non mi fanno manco più ridere. Basta la mia di disperazione, non me ne serve una d'appoggio per concretizzarmi. Non scherziamo, è bellissimo parlare con gente di tutti i tipi ma specialmente con chi non capisce un cazzo. Non che io capisca più degli altri, s'intende, anzi, tutt'altro, però diciamolo, c'è gente che, mah, in testa ha il sacchetto dell'umido, non saprei bene neanche come definirli - come vogliamo definirli? -, quelli che credono agli alieni? - chi pensa che in tv ci sia qualcosa di vero? - quelli che "non lo so se credo a Dio" - o quelli che seguono tutti gli sport -, insomma non lo so, sicuramente alcuni non c'entrano niente, altri ne ho omessi, o forse sono solo categorie che vedo personalmente come avverse, tant'è che di gente sciocca ce n'è tanta e cristo, quant'è bello parlarci, o anche solo, ma sì, anche solo parlare con chiunque, qualsiasi sia il suo modo di pensare, e parlarci di cazzate, pure e semplici cazzate, ma sì, Cristo Dio, sane stupidaggini.
Non sono mica condannato all'inferno vivente in eterno.
Sicché all'inizio parlavo della religione, e in base a questo ragionamento storpio e sconclusionato mi verrebbe da dire che, in effetti, tanto vale credere a qualcosa - ma no, non è proprio ciò che voglio dire. In realtà penso che, semplicemente, volessi dire che mi sento più a mio agio, mi sento decisamente meglio con chi non è vuoto. Con chi non è ancora stato svuotato di tutto.
Per un po' quella falsa pienezza intrattiene, senza mai riempirlo, il buco nero che sono.
Naturalmente la fede è compresa. Io, guardate, appena uno mi dice che forse, in un certo senso, a qualcosa ci crede, ecco a me subito viene da sorridere, mi strofino le mani, lo guardo, lo guardo meglio, e sorrido ancora, e indipendentemente da cosa gli rispondo mi strofino le mani.
E sorrido mentre lo guardo.
Così, anche se in testa c'è il solito lamento cimiteriale, almeno mi faccio due risate, sulla religione o giù di lì.
Umani: sperate.
Scritto e non riletto.
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